La storia dell'erboristeria, ovvero l'arte di curarsi con le erbe.

Un affascinante viaggio lungo 4000 anni di storia alla scoperta di come l'erboristeria abbia accompagnato e curato l'uomo attraversando epoche, luoghi e culture molto differenti.

Nella prima parte abbiamo visto i legami profondi dell'erboristeria con la mitologia, riprova di quanto importanti siano state le piante per il genere umano, facendole entrare di diritto tra gli archetipi di tutte le culture.

Come sempre accade, la leggenda non è però sempre solo sinonimo di fandonia.
Sotto il velo delle parole si nascondono infatti verità e il fatto che molte piante abbiano attinto il nome e le proprietà officinali nel mondo mitologico dei Greci e dei Romani, conferma le origini lontanissime dell’erboristeria, unica fonte terapeutica di quel remoto passato.

Passando dalle "favole" alla storia, ancora il mondo classico fornisce i primi testi ufficiali di farmacologia con le erbe.

Scienziati e medici

Ippocrate
Il padre della medicina occidentale: Ippocrate

Al seguito della filosofia aristotelica fioriscono scienziati e medici-filosofi che indagano le branche del sapere, non accettando più il solo ricorso alla magia, ma promuovendo la ricerca sulla base dell’esperienza e dell’analisi.
Sono costoro a fondare la scienza dell’erboristeria.
Dall’opera di Ippocrate, nato a Coo nel 460 a.C., instancabile viaggiatore, scienziato e medico, maestro di numerosi discepoli, prendono ufficialmente il via gli studi sulle piante officinali.
Le orme di Ippocrate saranno seguite da altri medici famosi nell’antichità, tra i quali Teofrasto, in Grecia nel periodo ellenistico, noto e seguito in tutto il Medioevo per la sua Historia Plantarum e quel Galeno, nato a Pergamo nel 129 d.C., che trapiantandosi a Roma, divenne medico di Marco Aurelio e pubblicò 400 opere, giunte a noi solo in frammenti.
Ancora in epoca ellenistica, Eraclide di Taranto fu noto per i suoi metodi empirici. Di lui si dice che abbia sperimentato su se stesso gli effetti della cicuta, preceduto in questa avventura dal più illustre, ma sicuramente meno fortunato, Socrate.
Anche Dioscurite Pedàdnio, medico greco, militare sotto l’imperatore Claudio, fu noto e apprezzato per i suoi cinque libri De Materia Medica, tradotti poi dagli Arabi e fatti conoscere in Europa, fonte indiscussa per la botanica e la farmacologia di tutto il Medioevo, fino al risorgere degli studi sperimentali del sec. XVI.

Tra i medici del Medioevo ci fu anche una donna, santa Ildegarda che studiò l’influsso degli astri sulle piante, che da essi avrebbero derivato le virtù terapeutiche per irradiarle a contatto con l’organismo umano.

Scrittori, filosofi e pensatori

Tra gli scrittori latini che si occuparono di erboristeria assolutamente degni di nota Catone, che nel De Re Rustica fece conoscere 120 piante medicinali, da lui stesso coltivate, e Plinio il Vecchio, autore
di una Naturalis Historia in 37 libri, con una larga sezione dedicata alle piante officinali e ai loro principi attivi.

L’esempio di medici e scienziati dell’età ellenistica fu seguito nell’antichità da alcuni re.

 

Entrano in scena i re ed i potenti

Tra essi notissima è Cleopatra; a lei l’antica cosmetologia deve molto, perché la bellissima regina d’Egitto si interessò alle erbe che danno bellezza e s'ingegnò a sperimentar preparati, da usarsi in ginecologia e in tossicologia.
La conoscenza che l’ottima regina aveva delle erbe officinali, di antidoti, filtri amorosi, distillazioni, non valse però a preservarla dalla passione per i condottieri romani comparsi sulla sua strada e dal veleno di un aspide, che entrò così con lei nella storia, nascosto in un profumato cestino di fichi.

Non meno nota fu la fama di Mitridate Eupatore, re del Ponto, fierissimo avversario dei Romani. Costui provò su se stesso, per abituarsi ai veleni e sfuggire in questo modo agli attentati dei numerosi nemici, una gran quantità di erbe velenose, tant’è che il suo nome è diventato proverbiale per indicare l’assuefazione alle sostanze tossiche (mitridatismo). Lo aiutava in queste imprese il suo medico personale, di nome Cratéua, che gli dedicò una pianta: l’Eupatorio (Eupatorium cannabinum).
Ancora tra i sovrani del mondo orientale, sembra che Attalo II di Pergamo sperimentasse sulla sua persona, o più verosimilmente su sventurati addetti a palazzo, piante velenose coltivate nei suoi giardini, mentre di Nicomede, re di Bitinia, si dice che andasse più per le spicce e che eleggesse a cavie per i suoi esperimenti i prigionieri di guerra.

Nel Medioevo i re taumaturgici di Francia e d’Inghilterra si accontentarono di manifestare i loro poteri soprannaturali con la semplice imposizione delle mani e la storia ci dice che Carlo Magno provvide, nei Capitolari, anche alle piante medicinali.
La Carlina, (Carlina acaulis) poi, ebbe nome da Carlo secondo una graziosa leggenda, raccontata da Nicolini-Moreschi, in Fiori di Liguria (Siag ed.). Si dice che durante la guerra di Barberia, l’esercito del re franco fu decimato da una pestilenza. L’imperatore invocò fiducioso l’aiuto del cielo e gli apparve un angelo il quale consigliò di scagliare una freccia verso il sole, per trovare nel punto di ricaduta, il fiore della salvezza; così fu fatto ed il dardo venne recuperato su un rigoglioso ciuffo di cardi, subito rinominati "Caroline", in onore appunto di Carlo Magno.

Ancora per merito di questo re, la malva ebbe una grandissima fortuna durante tutto il Medioevo e non ci fu monastero che non l’annoverasse tra gli erbari, né monaco addetto alla farmacopea dei conventi, che non ne conoscesse le proprietà.
Molti probabilmente saranno a conoscenza che l’ottimo spinacio selvatico è detto Buon Enrico (Chenopodium Bonus-Enricus) per onorare Enrico IV di Navarra, che se ne cibò e lo apprezzò moltissimo?
E poiché il Medioevo è notoriamente epoca di Santi e di conquistarori, non meravigliamoci se l’Erba Roberta (Geranium Robertianum) trae il nome da S. Ruperto, Vescovo di Strasburgo, che ne scoprì i poteri emostatici e terapeutici nel secolo VII. Quanto a Isabella d’Ungheria, settuagenaria e piena d’acciacchi, pare che ritrovò una seconda giovinezza grazie a tisane a base di rosmarino.

Non perdere anche gli altri capitoli:

La storia dell'erboristeria capitolo 1: la mitologia

La storia dell'erboristeria capitolo 2: medici, scrittori e re

La storia dell'erboristeria capitolo 3: il medioevo, l'epoca d'oro

La storia dell'erboristeria capitolo 4: gli arabi

La storia dell'erboristeria capitolo 5: la scuola salernitana e le repubbliche marinare

La storia dell'erboristeria capitolo 6: dal rinascimento ai tempi moderni

Gestione dei cookie su Pianteamiche.com

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Inoltre forniamo informazioni sul modo in cui utilizzi il nostro sito ai nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni che hai fornito loro o che hanno raccolto in base al tuo utilizzo dei loro servizi.