Grazie all'ingegneria genetica si può modificare la fotosintesi e ottenere raccolti più abbondanti del 40%...

La fotosintesi clorofilliana è la reazione chimica (complicatissima) che ha portato la vita sulla terra; una proteina importantissima in questo processo è  ribulosio-1,5-bisfosfato carbossilasi/ossigenasi, spesso abbreviata e conosciuta come RuBisCO, un enzima in grado di prelevare e fissare il carbonio prelevandolo dalla CO2 e utilizzarlo per sintetizzare zuccheri grazie all'energia del sole. Un capolavoro biochimico che ha reso possibile la vita e che non smette di stupire per la sua efficienza; anche i capolavori però, possono avere il proprio tallone di achille; quello di Rubisco è dato dal fatto che non è troppo schizinoso e talvolta dall'aria raccoglie ossigeno anzichè CO2, e quando lo fa si forma un composto tossico per la pianta che deve essere eliminato, attraverso un complicato processo molto lungo e dispendioso dal punto di vista energetico; l'energia che la pianta consuma per "disintossicarsi" non è più disponibile per produrre foglie o raccolto, che quindi risulta minore; alcune piante come il mais o la canna da zucchero risultano molto più produttive poiché hanno sviluppato un meccanismo alternativo a quello messo in atto da Rubisco. Un team dell'Università dell'Illinois composto da biologi e ricercatori ha effettuato una sorta di hacking della fotosintesi nelle piante del tabacco inserendo particolari geni che bloccano la procedura originale  di disintossicazione dall'ossigeno, attuandone un'altra più efficiente che consente alle piante di crescere più velocemente e più abbondantemente (fino al 40% in più).

 

L'auto rossa rappresenta le piante non modificate che utilizzano il processo naturale, lungo e costoso dal punto di vista energetico, chiamato fotorespirazione . L'auto blu rappresenta le piante progettate con un percorso alternativo alla fotorespirazione, consentendo a queste piante di risparmiare energia e impiegarla per aumentare la produttività fino al 40%.

Il lavoro di Amanda Cavanagh e degli altri ricercatori coinvolti nel progetto, sono stati pubblicati nella prestigiosa rivista Science

Questi risultati incoraggianti hanno spinto i ricercatori a cercare di fare la stessa cosa in piante molto importanti per l'alimentazione umana, come pomodori, soia e piselli.
Questa promettente ricerca è finanziata dal Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti (che ne ha richiesto il brevetto) e dalla fondazione Bill e Melinda Gates; si aprono scenari molto incoraggianti per luoghi del mondo dove la fame è ancora una causa di morte come ad esempio i paesi dell'africa sub-sahariana.
Saranno necessari parecchi anni però prima che gli agricoltori possono coltivare le colture con questa versione della fotosintesi "migliorata"; è necessario capire ad esempio se le piante producono effettivamente di più o se aumentano solamente steli e foglie; restano comunque da vincere anche le resistenze dei governi e dei consumatori a consumare queste piante, ritenute però sicure per la salute.

Fonte:
Università Illinois - Comunicato stampa
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