Istruzioni per preparare un ottimo rimedio contro gli afidi

Siamo dell'idea che sia sempre preferibile, quando possibile, evitare prodotti chimici per trattare le nostre piante; il motivo è semplice; le nostre piante sono sempre collocate in un contesto biologico, costituiti da una miriade di organismi viventi (noi, batteri nel terreno, insetti, animali domestici, ecc) che è sempre meglio cercare di salvaguardare il più possibile. In questo articolo spiegheremo come realizzare uno dei prodotti biologici più utilizzati, il macerato d'ortica.
Il macerato d'ortica trova vastissimo impiego nell'agricoltura biologica; si ottiene a partire dalle foglie delle comuni ortiche (Urtica dioica e Urtica urens).
Per prepararlo si utilizza la pianta intera (senza radici) ; il periodo migliore per la raccolta va dall'inizio dell'estate fino ad agosto, primo della formazione dei semi; tuttavia, se occorre macerato di ortica si possono raccogliere le piante ogniqualvolta sia necessario. In alternativa, è possibile raccogliere le piante di ortica nel periodo più favorevole e farle essiccare per poi utilizzarle al momento del bisogno, in quanto non vi è sensibile differenza nell'efficacia del macerato ottenuto da piante fresche o da piante essiccate, anche se il periodo migliore quanto a ricchezza di elementi nutritivi, è maggio.
Il macerato d'ortica è ricco di calcio, potassio e azoto, rapidamente disponibili per le piante cui viene somministrato. In base ai dati sperimentali sappiamo che il macerato d'ortica, oltre a stimolare la crescita della pianta e lo sviluppo delle radici, favorisce anche la respirazione.
Dosi: un chilogrammo di pianta fresca (o 200 g di pianta essiccata) per ogni litro d'acqua, fredda e possibilmente piovana oppure acqua di fonte.
Preparazione: il contenitore destinato a contenere le ortiche e l'acqua deve essere preferibilmente di terracotta, di ceramica o di legno, mentre sono da sconsigliare i contenitori metallici.
Il recipiente non deve essere chiuso ermeticamente per permettere il ricambio d'aria.
Bisogna rimescolare il liquido una volta al giorno: facendo questa operazione si sprigiona un intenso odore, che può essere ridotto unendo al preparato una manciata di litotamnio o di polvere di roccia prima di ogni rimescolata. Per facilitare la successiva operazione di filtraggio, è possibile porre il materiale vegetale da macerare in un sacco di iuta, che verrà immerso nel contenitore dell'acqua.
Somministrazione: il macerato si somministra di solito con un erogatore a pompa. Si filtra dal recipiente dove è avvenuta la macerazione per evitare di intasare gli ugelli dello spruzzatore e quindi si distribuisce sulle piante o sul terreno ove necessario.
Macerato di 12 ore: si utilizza concentrato, spruzzato sulle foglie, per combattere gli afidi, in particolare all'inizio dell'attacco.
Macerato di 4 giorni: si utilizza diluito in acqua nella proporzione di 1:50, oppure con aggiunta di decotto di equiseto nel rapporto di 1:1,5 per combattere afidi e ragnetto rosso.
Macerato maturo di 15 giorni: si diluisce in ragione di una parte per 10 parti di acqua e si irrora il terreno in vicinanza delle piante per stimolarne la crescita.

Lo si può spargere anche sul cumulo del composto per accelerare la decomposizione. Aggiungendo una parte di macerato per 10 di acqua all'acqua utilizzata per innaffiare e aggiungendo polvere di roccia oppure polvere d'ossa o di corna o ancora letame ben stagionato, si ottiene un ottimo fertilizzante. Con la stessa diluizione si possono effettuare vaporizzazioni sulle foglie per favorire la formazione di clorofilla: attenzione però a non esagerare dal momento che potrebbero verificarsi bruciature sulle foglie.

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