Guida alla scelta del vaso (2 parte)

Nella scelta del vaso è necessario conoscere bene i pregi ed i difetti dei vari materiali con cui sono fatti i vasi; in questa guida vi spieghiamo tutto...

Nella Guida alla scelta del vaso (1 parte) abbiamo visto di quali fattori è necessario tenere conto nella scelta di una vaso, in questo articolo vediamo in dettaglio le considerazini pratiche da fare nella scelta del contenitore più adatto, giacchè come abbiamo già visto la scelta è ampia ma ampie sono anche le esigenze, non ultime le caratteristiche delle piante e l'"habitat" dove esse saranno collocate a viveve.

I principali fattori da considerare nella scelta dei vasi sono essenzialmente le caratteristiche fisiche dei materiali che costituiscono il vaso e cioè:

  • maggiore o minore resistenza al gelo
  • resistenza al calore
  • resistenza ai raggi ultravioletti
  • il peso
  • la capacità drenante
  • durata

La resistenza al gelo

Non tutti i materiali si prestano a rimanere esposti alle basse temperature: ad esempio la terracotta, se non è stata lavorata e cotta alla perfezione, tende a sfaldarsi.
Problema diverso è quello che riguarda i contenitori in ferro o metallo e, in misura minore, quelli in plastica, che non soffrono il gelo, ma non hanno capacità isolante e, specie se di piccole dimensioni, non offrono sufficiente protezione dal gelo alle radici.

Resistenza al calore e ai raggi ultravioletti

La plastica tende a indebolìrsi con l'esposizione prolungata ai raggi ultravioletti, mentre le alte temperature possono deformarla; inoltre, come il metallo, tende a surriscaldarsi e può provocare un eccessivo riscaldamento del terriccio con conseguenti ustioni alle radici. La ceramica, invece, ha un buon potere isolante e, se presenta un discreto spessore, è resistente alle alte temperature ma, se non è stata cotta a dovere, può scolorirsi per effetto del sole.

Il peso

Il peso della fioriera va considerato sia riguardo alla portata della soletta, se deve essere collocata sul balcone o sul terrazzo, sia per la possibilità di spostarla al mutare della stagione. Qualunque sia il materiale scelto, a maggiori dimensioni corrisponde inevitabilmente un maggiore peso: questo è un fattore assolutamente da prendere in considerazione se è necessario spostare il contenitore al variare delle stagioni. Per quanto concerne, invece, la portata della soletta, più grande è la fioriera, meglio viene distribuito il peso; in questo caso, perciò, la scelta dovrà essere fatta sulle forme più che sui materiali, privilegiando le fioriere basse e larghe. Il materiale più leggero in assoluto è la plastica. i più pesanti sono il cemento e gli assimilati. Il legno, se la fioriera è di grandi dimensioni, deve avere uno spessore abbastanza eleva-

La capacità drenante

Un'importante caratteristica è la capacità drenante, ovvero la capacità di far defluire l'acqua in eccesso evitando i ristagni, quasi sempre dannosi per la salute della pianta in quanto favoriscono il marciume e le proliferazioni fungine.
In questo caso il confronto non si pone, pochè l'unico materiale con capacità drenante è la terracotta, che è il materiale ideale per la crescita delle piante poiché consente lo scambio di aria con l’esterno. Tutti gli altri materiali non offrono questo vantaggio, nemmeno il legno, poichè per renderlo impermeabile, deve essere verniciato con speciali vernici che ne occludono inevitabilmente i pori. La mancanza di traspirazione e di capacità drenante può comunque essere ovviata utilizzando un
terriccio particolarmente leggero e drenante.

Il drenaggio: perchè è importante

A prescindere dal materiale prescelto, una fioriera o un vaso destinati a restare all’aperto ed essere quindi esposti alla pioggia devono assolutamente avere un foro di drenaggio che consenta e favorisca lo scorrimento dell’acqua in eccesso.
Se la fioriera è di grandi dimensioni è bene tenerla leggermente sollevata da terra, appoggiandolo su listelli di legno dello spessore di 5-10 mm o su appositi piedini, reperibili in commercio, in modo da favorire il passaggio dell'acqua.

Durata e manutenzione

Plastica, cemento e assimilati hanno una durata pressochè illimitata, mentre gli altri materiali sono tutti più o meno deperibili, e benchè duraturi, nessuno è eterno. Il legno, il ferro e i metalli, in genere richiedono periodiche verniciature per evitare che si macchino, scolorino o arrugginiscano.

Caratteristiche principali dei materiali per fioriere

PRINCIPALI CARATTERISTICHE PER FIORIERE
Materiale Peso Capacità drenante Capacità isolante Resistenza al gelo Resistenza al calore Resistenza agli ultravioletti Durata Manutenzione
Legno medio no buona buona elevata buona discreta si
Cemento e assimilati elevato no buona elevata elevata elevata elevata no
Ferro e metallo medio-alto no scarsa elevata elevata buona buona si
Plastica basso no scarsa elevata discreta scarsa elevata no
Cotto medio si buona scarsa buona buona buona no
Ceramica medio no buona scarsa buona scarsa buona no

Vasi,cassette ciotole: una scelta con delle conseguenze

La scelta del vaso non è soltanto una questione estetica e di praticità; dalla sua scelta deriveranno altre scelte e tutte avranno impatto sul benessere e sulla salute della pianta; la scelta di un vaso determinerà anche la scelta della miscela del terriccio, sulla frequenza di annaffiatura, insomma "partire bene" con la scelta del vaso non è mai una scelta da sottovalutare.

Ogni pianta ha specifiche esigenze di terriccio. ma è necessario tenere conto anche del materiale del vaso, se si vuole comporre in maniera ottimale il terriccio; ad esempio se si predilige la plastica, è necessario tenere presente l’impermeabilità di questo materiale. Nei vasi in plastica il drenaggio è garantito solo dal foro praticato sul fondo e si rende quindi necessario utilizzare un terriccio più leggero e drenante che garantisca un rapido passaggio dell’acqua in eccesso verso il fondo del vaso.
Il coccio è invece poroso, e per questo è in grado di assorbire e disperdere l’umidità attraverso tutta la sua superficie: il teniccio in questo caso può quindi essere meno drenante. In pratica, a parità di esigenza della pianta, per un vaso in plastica è indicato un terriccio composto per 2/3 di torba e per 1/3 di sabbia o  agriperlite per un vaso in coccio è più indicata una miscela composta da 1/3 di terra fertile (terriccio universale), 1/3 di torba e 1/3 di sabbia o agriperlite; a questo fanno eccezione i vasi in coccio smaltato, anche solo all’esterno, perchè perdono la loro porosità che quindi sono equiparabili, in termini di permeabilità, a quelli in plastica.

La forma influisce sulla sostanza

Oltre al materiale, anche la forma del vaso influisce sulla composizione del terriccio. Un vaso alto e stretto risulta più drenante di uno basso e largo a causa delle forza di gravità; in base alla forma si dovrà quindi modificare le percentuali di terriccio, torba e sabbia/agriperlite: alleggerendo la miscela con una maggiore percentuale di sabbia, se il vaso è basso, e riducendo un poco la percentuale di sabbia se invece è alto.

La somministrazione dell'acqua

Materiale e forma del vaso influiscono sulla frequenza dell’annaffiatura. La plastica oltre a richiedere un terriccio più drenante necessita anche di annaffiature più frequenti. Un terriccio meno drenante è invece in grado di assorbire quntità maggiori d’acqua e può quindi essere annaffiata con minore frequenza. Ovviamente, la quantità d'acqua necessaria alla pianta resta uguale, ma può essere suddivisa in tante piccole annaffiature o in poche annaffiature di una certa entità. Allo stesso modo, in un vaso alto con terriccio più pesante l’acqua impiega un tempo maggiore a raggiungere il fondo di quanto ne impieghi in un vaso basso con terriccio molto leggero: nel primo caso sarà quindi possibile annaffiare meno frequentemente.

Sottovasi e vasi speciali

In tema di annaffiatura meritano un cenno i sottovasi, semplici contenitori che vengono posti sotto i vasi per raccogliere l’acqua in eccesso ed evitare che questa possa macchiare i pavimenti o gli arredi, nonché quei vasi particolari che incorporano
il sottovaso e, in alcuni casi, lo sfruttano per creare una riserva d’acqua per la pianta. Il sottovaso NON è un elemento utile alla pianta, ma solamente una protezione per la casa; le piante da esterno infatti, con l’eccezione di quelle collocate sui davanzali o in zone arredate, sono generalmente prve di sottovaso, perchè l'eventuale fuoruscita d’acqua non comporta problemi. Al contrario, se nel sottovaso ristagna dell’acqua. questa rimanendo in contatto con le radici profonde,  potrebbe  provocare marciumi; dopo l’annaffiatura è quindi sempre necessario svuotarlo. Il problema non si pone, invece, scegliendo vasi con sottovaso incorporato. In questo caso, infatti, il vaso non è appoggiato sul fondo del sottovaso ma è fissato al bordo in modo da restare sollevato, cosi che le radici restano protette dall’eventuale acqua presente nel sottovaso. I vasi a riserva d'acqua, infine, uniscono i vantaggi tipici del sottovaso alla possibilità di riciclare l’acqua del sottovaso; di struttura simile a quella dei vasi con sottovaso incorporato, sono dotati  di un regolatore di livello che consente di riempire la vaschetta inferiore con un’adeguata riserva d’acqua, che può  essere riassorbita dalla pianta attraverso fettucce di materiale
assorbente che collegano il vaso alla vaschetta.

L'isolamento dal calore

Altro elemento che si deve tenere presente nella scelta del materiale del vaso è la capacità di isolare dal calore. Il coccio ha la caratteristica di mantenere fresco il terriccio, e quindi le radici, e di schermarli perfettamente dalla luce, cosa che la plastica non sempre fa. In realtà, a influire sulla capacità isolante sono il colore e lo spessore della plastica del vaso. Un vaso in plastica simile nel colore alla terracotta e con uno spessore paragonabile a quello del vaso in coccio offre le stesse capacità isolanti di quest'ultimo. I vasi in plastica più economici però, sono notevolmente più sottili e normalmente sono di color nero, verde scuro o bianco: questo può comportare problemi sia per il passaggio della luce sia per il surriscaldamento della terra intorno alle radici. I vasi bianchi hanno infatti il difetto di lasciar filtrare la luce e questo potrebbe danneggiare seriamente l’apparato radicale; quelli in plastica nera, invece, offrono una buona schermatura dalla luce, ma in compenso assorbono i raggi solari, surriscaldandosi, e possono provocare ustioni alle radici. In genere, quindi, questi vasi sono più adatti alle piante da interno che a quelle da esterno. In alternativa, è possibile ricoprire i vasi in plastica nera con plastica bianca, in modo da mantenerli freschi, o inserirli in portavasi decorativi che, oltre ad aumentare l’isolamento dalla luce e dal calore, abbelliscono la pianta.

Vasi da coltivazione

Un settore importante nella produzione dei contenitori per le piante è quello relativo ai vasi da coltivazione, che vengono realizzati in forme e materiali diversi, seguendo criteri di praticità ed economia. Il criterio che guida qui è la praticità di utilizzo, lasciando stare discorsi estetici; un vaso da coltivazione deve assolvere unicamente un compito: fare sviluppare la pianta; non deve arredare, non ha compiti architettonici; l mercato offre molteplici soluzion, come piccoli vasi in plastica, torba, cartone pressato o polistirolo, leggeri, accatastabili e riutilizzabili più volte. Non solo, per maggiore praticità questi vasetti vengono anche riuniti in vassoi multipli oppure in contenitori alveolari che uniscono i vantaggi della cassetta unica a quelli dei vasi separati.
Sia che si  tratti di vassoi multipli, di contenitori alveolari o di vasetti singoli il mercato offre una vasta gamma di realizzazioni in materiali differenti. I prodotti più diffusi sono in plastica. La plastica ha diversi pregi: è un materiale leggero ed economico, facile da sterilizzare e per questo riutilizzabile da un anno all’altro. Presenta gli stessi limiti già evidenziati parlando dei vasi da sistemazione definitiva ed è necessario prestare un po' di attenzione per proteggere le radici dalla luce e dal calore eccessivo e una certa cautela nelle operazioni di annaffiatura. I contenitori in plistirolo sono economici e leggeri ma non possono essere sterilizzati, sono fragili e si deteriorano facilmente, quindi sono da gettare dopo l' uso. La torba e il cartone pressato sono molto usati per la coltivazione di piante orticole e per le piante annuali e stagionali. Utilizzando questi materiali, infatti, non è necessario eliminare e il vaso prima della messa a dimora, perché, una volta interrato e inumidito, si dissolve nel terreno.

In questo caso però bisogna avere l'accortezza dì interrare il vaso completamente perché, se una piccola parte resta esposta all’aria, secca e fa seccare anche la parte interrata, come ho avuto modo di constatare a mie spese.
Nel campo dei vasi da coltivazione, il coccio è generalmente poco utilizzato a causa della sua scarsa praticità. È però consigliato se si intendono coltivare piante particolarmente delicate, come ad esempio il ciclamino,  perché la sua porosità è in grado
compensare eventuali errori di annaffiatura. Si tratta quindi di un materiale pesante, delicato, scomodo da disinfettare ed immagazzinare, ma molto utile a chi non ha ancora abilità ed esperienza.

La pulizia: ogni vaso ha la sua

Il tipo di vaso determina il metodo e la scelta delle sostanze da utllizzare per la pulizia e la sterilizzazione. La plastica non è porosa ed è quindi possibile sterilizzarla con deternti aggressivi che poi vengono eliminati completamente dalle risciacquature. In genere, si utilizzano sali quaternari di ammonio oppure una soluzione di acqua e candeggina al 5-10%.
Il coccio, anche quello smaltato, assorbe i detergenti e rende particolarmente difficile il risciacquo; in questo caso di norma si utilizza acqua bollente.



 

 

  
   
    


 

 

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